Autocelebrazione? No, Grazie

Mada Alfinito 21/01/2021 0

Questo che stai per leggere di seguito non è un articolo ma un post che ho pubblicato sulle mie pagine social e che riporto anche qui, sul sito, per agevolare ai lettori la consultazione del materiale che pubblico.

Raccontare i tuoi successi e i tuoi traguardi è fondamentale perché fa sì che la tua audience conosca i risultati che hai raggiunto in un settore per scegliere di affidarsi a te come professionista. Ma attent* a come ti esprimi quando parli di te!

Moltissime persone credono che per mettere in evidenza le proprie qualità debbano esagerare enfatizzando la realtà. Questo modo di comunicare è molto rischioso perché:

  1. Con le parole puoi raccontare qualsiasi cosa, che sei un grande esperto della materia o che hai lavorato chissà dove ma, per essere ritenuto degno di fiducia, un risultato professionale deve ottenere un riconoscimento. Se non c’è nulla che attesti ufficialmente che hai fatto quel lavoro e hai ottenuto quei risultati, nessuno investirà il suo tempo e il suo denaro con te;
  2. Non c’è niente di peggio che vedere un professionista (o qualsiasi persona in generale) auto celebrarsi proclamando apertamente o tra le righe di essere indispensabile, bellissimo, incredibile, il migliore, screditando con arroganza il lavoro degli altri.

Ricorda: la gente non crede a tutto quello che dici e ti toglierà ogni forma di consenso se provi ad ingannarla. La tua bravura non ti porterà da nessuna parte se non resti umile e, soprattutto, onesto.

Ma, allora, come fare a parlare dei tuoi successi nel modo giusto affinché gli altri conoscano le tue qualità senza diventare insopportabilmente antipatico? Continua a seguirmi e te lo dirò nel prossimo post.

Di questo argomento ne parlo anche nel mio video YouTube: Come Parlare dei Tuoi Successi

Se questo post ti è piaciuto e lo hai trovato utile, condividilo sui tuoi social preferiti. Per raggiungere obiettivi personali e professionali mediante lo sviluppo di una buona comunicazione e delle tue risorse, per te stesso o per la tua azienda, contattami per una consulenza.

Potrebbero interessarti anche...

Mada Alfinito 19/03/2021

Qual è il tuo stile comunicativo?

Questo che stai per leggere di seguito non è un articolo ma un post che ho pubblicato sulle mie pagine social e che riporto anche qui, sul sito, per agevolare ai lettori la consultazione del materiale che pubblico.

Comunicare è molto di più che trasmettere un messaggio: è rivelare gli aspetti più intimi della nostra personalità sconosciuti persino a noi stessi. Attraverso il modo di esprimerci prendono forma le nostre pulsioni interiori e il modo in cui ci (s)valutiamo e consideriamo gli altri.

Esistono quattro categorie per descrivere il comportamento delle persone e ciascuna di esse si esprime attraverso uno stile comunicativo specifico.

Gli stili comunicativi sono quattro:

  1. Passivo;
  2. Aggressivo;
  3. Passivo-aggressivo;
  4. Assertivo.

Tendenzialmente, ciascuno di noi assume uno di questi comportamenti nella maggior parte delle situazioni, ma il nostro modo di comunicare cambia anche in base alla persona che abbiamo davanti e a come ci sentiamo nei suoi confronti. Non agiamo, quindi, sempre alla stessa maniera con tutti ma alcuni dei nostri comportamenti sono sicuramente più frequenti di altri.

Sfoglia il carosello per scoprire qual è tuo stile comunicativo principale.

Continua a seguirmi: nei post successivi ti spiegherò in dettaglio come comunicano i soggetti che fanno parte di ciascuna delle categorie elencate.

 

 

Se questo post ti è piaciuto e lo hai trovato utile, condividilo sui tuoi social preferiti. Per raggiungere obiettivi personali e professionali mediante lo sviluppo di una buona comunicazione e delle tue risorse, per te stesso o per la tua azienda, contattami per una consulenza.

Leggi tutto

Mada Alfinito 21/12/2020

Vorrei ma Non Posso

Questo che stai per leggere di seguito non è un articolo ma un post che ho pubblicato sulle mie pagine social e che riporto anche qui, sul sito, per agevolare ai lettori la consultazione del materiale che pubblico.

Quando le persone si ritrovano a parlare, non sempre lo fanno con piacere. A volte accade che qualcuno non voglia comunicare mentre l’altro, ben disposto a farlo, sollecita il primo perché ciò avvenga. In una comunicazione disfunzionale, il partner riluttante ad interagire si svincolerà dalla conversazione in diversi modi:

  • Ignorando l’altro con il silenzio;
  • Comunicando lo stretto necessario;
  • Rendendo confusa la conversazione per scoraggiarlo a proseguire.

Non sempre l’interlocutore è consapevole di attuare queste strategie ma nel suo intimo sa benissimo che non desidera parlare.

Di contro, ci sono volte in cui il partner afferma che vorrebbe comunicare ma non può a causa di qualcosa che glielo impedisce. È in questa situazione che Watzlawick (1967) parla del sintomo come comunicazione: "Non sono io che non voglio (o voglio) far questo, è qualcosa che non posso controllare, per es. i nervi, la malattia, l’ansia, un difetto della vista, l’alcol, l’educazione che ho ricevuto, i comunisti, o mia moglie."

L’autore ritiene che i sintomi psiconevrotici, psicosomatici o psicotici che insorgono al momento di interagire siano in realtà un segnale che una persona non vuole parlare. Per mezzo di questi e tanti altri sintomi, il soggetto può tranquillizzare la sua coscienza di non essersi sottratto al confronto per sua volontà e appare giustificato agli occhi degli altri per essersi tirato indietro.

Quando vorresti parlare con qualcuno ma qualcosa più forte di te, psicologicamente e fisicamente, te lo impedisce, non tormentarti ma cerca di capire le motivazioni che ti bloccano. Comprendere i tuoi timori ti aiuterà a vedere la situazione in modo più chiaro. Ricorda: più resti nella tua testa, più ti sarà difficile esporti; impara a mediare tra la tua realtà e le tue aspettative.

Di questo argomento ne parlo in maniera approfondita su YouTube.

Guarda il video:

Vorrei ma non posso

Ti sei mai trovato in questa situazione? Se questo post ti è piaciuto e lo hai trovato utile, condividilo sui tuoi social preferiti. Per una consulenza su come costruire una comunicazione efficace e raggiungere i tuoi obiettivi, contattami.

Leggi tutto

Mada Alfinito 20/09/2017

Il Linguaggio Verbale è la Caratteristica che ci Distingue dagli Animali

 

"Non c’è nulla di più nobile che riuscire a catturare l’attenzione delle persone con la parola"

(Marco Tullio Cicerone)

 

Il nostro viaggio alla scoperta degli elementi di una buona comunicazione inizia con un grande autore: Marco Tullio Cicerone. Egli nacque nel 106 a.C. ad Arpino. Fu console della Repubblica romana e si distinse per il grande contributo apportato alla cultura latina come avvocato, politico, scrittore, oratore e filosofo. Egli scrisse: “Non c'è nulla di più nobile che riuscire a catturare l'attenzione delle persone con la parola, indirizzare le loro opinioni, distoglierle da ciò che riteniamo sbagliato e condurle verso ciò che apprezziamo.[…] Ciò per cui noi uomini ci distinguiamo dalle bestie è essenzialmente il fatto che dialoghiamo tra di noi e possiamo esprimere parlando le nostre emozioni.” [1]

In un'epoca come la nostra nella quale l'uomo viene sempre più paragonato alle bestie, sia per i suoi istinti e comportamenti sia per la sua costituzione fisica, il pensiero che Cicerone ci ha lasciato irrompe nel modo ormai abituale di concepire la nostra umanità come animalità.

Il linguaggio parlato è ciò che principalmente ci rende diversi dagli animali e da tutte le altre forme di vita sulla terra. Solo e soltanto gli esseri umani possiedono l'apparato fonatorio. Esso, come tutti gli altri organi del nostro corpo, si sviluppa man mano che un bambino cresce ed è proprio perché esso si forma e trasforma gradualmente nel tempo che i bambini sono capaci di articolare le prime parole in modo impreciso solo dopo i primissimi anni di età (Pinker, 1994). [2]

Questo dato scientifico ci porta a riflettere sull'uomo da un punto di vista diverso dal solito. Quale potrebbe essere lo scopo della natura nell'aver fornito proprio a lui e a nessun altro essere vivente questa caratteristica unica e speciale? Non abbiamo una risposta a questa domanda. Ancora oggi molti si interrogano riguardo il vecchio dibattito tra creazionisti ed evoluzionisti: i primi credono che l'universo sia stato creato da Dio con una finalità ben precisa, i secondi non credono che la natura sia opera di un Dio e ritengono che non ci sia intenzionalità nelle leggi che goverano l'universo.

Ciò su cui possiamo però interrogarci con maggiore possibilità di successo nel fornirci una risposta soddisfacente è in che modo il linguaggio verbale possa essere per l'uomo una risorsa preziosa. Cicerone pone l'attenzione sulle emozioni: il linguaggio verbale ci permette di comunicare stati d'animo. Ma quali? Amore, benevolenza, gioia? Non solo questi ma anche odio, rancore, tristezza, rabbia, malinconia e molti altri. Esso è un vero e proprio vaso di Pandora: aprire il sigillo delle nostre labbra può innescare meccanismi senza ritorno, nel bene e nel male.

Il linguaggio verbale, lo dice il console stesso, è una potente arma di dominio. Se usato in maniera adeguata può addirittura aiutarci a persuadere una persona a spostare le sue preferenze in favore delle nostre. Al tempo in cui egli stesso viveva era frequente l'uso della retorica per difendere una causa ad ogni costo. Vi erano moltissime persone alle quali non importava affatto comunicare la verità dei fatti, soprattutto nei tribunali. Esse miravano ad ottenere la ragione la quale, a sua volta, avrebbe portato loro possibilità di vittoria e dominio e l'unico modo per riuscirci era affrontare una disputa dialettica tenuta dai difensori delle parti in causa.

La parola, dunque, è croce e delizia dell'essere umano. Dante ci aveva ricordato quanto un linguaggio pieno di amore e passione avesse aiutato i suoi genitori ad innamorarsi ed unirsi al punto tale da concepire un figlio. La storia e la vita di tutti i giorni, invece, ci ricordano anche che la parola può diventare un mezzo per sopraffare altre persone diventando fonte di separazione e sofferenza.

Ora che abbiamo scoperto una delle prime grandi risorse del nostro linguaggio, vi suggerisco una strategia che potete applicare per migliorare la vostra comunicazione interpersonale: siate sempre consapevoli del potenziale del mezzo di comunicazione che volete utilizzare e individuatene pregi e difetti al fine di ottimizzare il suo utilizzo.

Se l’articolo ti è piaciuto, metti un like e condividilo sui tuoi social preferiti. Con questo piccolo gesto mi aiuterai a far crescere i miei canali e far sì che sempre più persone conoscano questi importanti strumenti di problem solving. La cultura è più bella se condivisa, dai anche tu il tuo contributo.

 

È vietata la riproduzione totale, parziale e il riassunto di questi contenuti senza citarne la fonte e senza richiedere la mia autorizzazione. Diritti riservati.

Note:

[1] M. T. Cicerone (55-54 a.C.), De Oratore;

[2] S. Pinker (1994), L'Istinto del Linguaggio. Come la Mente crea il Linguaggio, Arnoldo Mondadori S.p.A., Milano (2008).

Leggi tutto

Lascia un commento

Cerca...