L'Opportunista

Mada Alfinito 29/05/2022 0

Questo che stai per leggere di seguito non è un articolo ma un post che ho pubblicato sulle mie pagine social e che riporto anche qui, sul sito, per agevolare ai lettori la consultazione del materiale che pubblico.

 

Quando si parla di persone tossiche molti pensano prontamente al “NARCISISTA!!!”

 

In realtà, non occorre essere narcisisti per mettere in atto comportamenti tossici nei riguardi degli altri.

Nei prossimi post identificherò tre tipologie di persone che, pur non avendo una patologia dichiarata, mancano “dell’equipaggiamento emotivo di base” (Argow, 2000) per costruire rapporti sani e appaganti con gli altri.

 

Oggi ti parlerò delle persone opportuniste, cioè quelle che assillano gli altri solo quando hanno bisogno di un favore, e poi spariscono!

 

Lo scopo di questo carosello non è incoraggiarti a far polemica verso chiunque si comporti con te in questo modo, ma fornirti uno strumento utile per imparare a riconoscere chi davvero crede nelle tue capacità ed evitare relazioni incompatibili e dolorose.

 

Se ti va, condividi la tua esperienza!

 

Nel prossimo post ti parlerò della seconda tipologia di persone tossiche!

 

 

 

 

 

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Mada Alfinito 08/11/2017

Il Turismo Sentimentale è un Viaggio Scomodo

 

La tendenza a cambiare frequentemente partner senza mai riuscire a consolidare una relazione nel lungo periodo non sempre è indice di spensieratezza e di voglia di godere delle gioie dell'amore. Al contrario, numerose persone che si riconoscono in questo atteggiamento, con il tempo, percepiscono che qualcosa in questo loro modo di gesitre i rapporti li fa sentire inappagati. Cambiare partner come se ci si cambiasse d'abito sembra essere per molti la cosa più naturale del mondo fino a quando non ci si rende conto che questo comportamento inizia ad interferire con la serena gestione del quotidiano e lascia un senso di sconforto e delusione al termine di ogni rendez-vous. Sto parlando del turismo sentimentale.

Bisogna fare attenzione a distinguere il turismo sessuale dal turismo sentimentale. Sono due fenomeni ben diversi. Il primo è sicuramente quello più famoso e su cui si discute moltissimo e consiste nell'intraprendere un viaggio con lo scopo di andare in un paese dove sia possibile incontrare persone con cui fare sesso ad un buon prezzo. Questo fenomeno, che vede partire ogni anno sia uomini che donne, è legato quindi alla prostituzione (esatto: è un luogo comune il fatto che solo gli uomini fruiscano di questo tipo di attività illecita). Di solito, sono le persone che vivono in paesi benestanti ad andare in paesi più poveri in quanto, in determinati posti, è più facile reperire sesso a buon mercato senza conseguenze legali. Inoltre, andare in paesi solitamente poco accessibili come il Kenia, il Bangladesh, la Thailandia e molti altri, ha sicuramente il beneficio di annullare il pericolo di essere riconosciuti e scoperti, cosa che invece potrebbe accadere nella città o nel Paese in cui si vive.

Quando si parla di turismo sentimentale, il concetto di viaggio implicito nel termine è una metafora: partendo dall'assunto che l'amore e la vita di coppia siano (o almeno dovrebbero essere) un meraviglioso viaggio che ci porta nei luoghi più misteriosi ed incredibili del nostro essere, il turismo sentimentale è l'arte di rimpiazzare un partner con altro in maniera molto rapida, garantendo a chi lo pratica di provare costantemente quella sensazione di avventura ed esaltazione che generalmente scaturisce dai primi incontri amorosi con una persona con cui si è coinvolti da poco tempo.

Il turismo sentimentale può essere vissuto in svariati modi: spesso assume connotazioni sessuali ma ciò è solo una delle modalità possibili attraverso cui questo comportamento disfunzionale si esprime. Infatti, non occorre che intratteniate rapporti sessuali completi con tutti/tutte i/le partner con cui interagite. Semplici e platonici gesti come flirtare con le parole e con la comunicazione non verbale oppure piccoli gesti come tenersi la mano, abbracciarsi, baciarsi, darsi carezze o fare del petting con partner che cambiano ciclicamente vi rendono già turisti sentimentali.

Non è la durata del vostro flirt che decreterà se siete o no turisti sentimentali (può capitare a tutti, infatti, di vivere qualche volta una fugace avventura) ma la frequenza con cui puntate una preda, la azzannate, vi divertite e poi... avanti il prossimo/la prossima! Infatti, che sia un giorno o che sia un mese, se la vostra mini storia volge al termine e tendete a rimpiazzarla subito dopo poco con un'altra e poi un'altra e un'altra ancora, allora siete davvero turisti! Non importa nemmeno se in un anno abbiate 100 storie o solo 5: se vi ositinate a saltare di parter in parter continuamente, è quasi certo che questa tendenza sia parte di voi.

Avete presente un'ape che alla luce di un bel sole di primavera ogni mattina esce dal suo alveare e va di fiore in fiore a cercare polline? Ecco, così è il turista sentimentale il quale, volando di fiore in fiore, cerca continuamente nutrimento emotivo. La maggior parte della gente non è consapevole che questo atteggiamento sia una conseguenza delle proprie difficoltà affettive e questo non-sapere deriva molto spesso dallo stile di vita che abbiamo appreso nel luogo in cui viviamo e dalla nostra storia personale. Siamo figli della attuale società del consumo, la quale ripone nella modalità-usa-e-getta le sue speranze per l'avvenire, anche nel caso dell'appagamento emotivo e sessuale.

Oggi appare una cosa del tutto naturale cambiare partner una volta che ci si è stufati del precedente senza dare una seconda possibilità al rapporto. Non siamo più immersi, come in passato, in un tipo di società in cui si era costretti a sposare l'unico partner con cui si intratteneva una conoscenza (anche superficiale) perché obbligati dai condizionamenti delle rispettive famiglie e del proprio status sociale. è quindi davvero una fortuna che oggi si possa decidere con il proprio arbitrio chi sposare o frequentare. Il problema allora è: proprio perché non esistono più certi tipi di obblighi (se non in qualche tipo di società specifica) e ci si può prendere tutto il tempo che ci occorre per consocere e scoprire l'altro, ha davvero senso cambiare partner continuamente?

Il turismo sentimentale non è un gioco amoroso che ha come scopo la semplice ricerca del piacere (emotivo, sessuale o entrambi) ma è una vera e propria compulsione (Carnes, 1983)[1]. La persona che lo pratica non riesce a stare da sola. Idealizza il partner appena conosciuto e crede che lui/lei le fornirà l'appagamento che tanto cerca. Magari, inizialmente, non ha nemmeno l'intenzione di scaricare l'altro e crederà che: "finalmente è la volta buona!" eppure, ad un certo punto, si farà avanti l'inquietudine che la spingerà ad abbandonare la preda provando poi una grande frustrazione vedendosi per l'ennesima volta incapace di instaurare una relazione profonda con qualcuno. Il senso di frustrazione porterà, allora, questo soggetto a cercare un nuovo rifornimento emotivo per lenire il senso di disagio che sente e così il pattern (cioè lo schema) comportamentale si ripeterà come in un loop.

Come ho già detto, tutto ciò è probabilmente anche sintomo del modo in cui abbiamo imparato a vivere nell'attuale società consumistica. La maggior parte degli oggetti che compriamo vengono fabbricati con materiali che destinano il prodotto a durare non più di 2 o 3 anni (è l'esempio dei cellulari e degli elettrodomestici), poco importa se l'oggetto in questione venga trattato con cura maniacale. La regola d'oro è il ricambio. Questa stretegia di mercato ha lo scopo di aumentare la domanda e l'offerta dei beni in modo tale che la moneta circoli molto più velocemente favorendo (o almeno questa era l'idea iniziale) l'economia. Ormai, nessuno di noi perde più del tempo a riparare un oggetto quando si rompe perché ripararlo ha costi più alti (sia economici che di tempo) rispetto al comprarne uno nuovo.

Il turista sentimentale non vuole sprecare il proprio tempo a conoscere nel profondo la persona con cui ha iniziato da poco un rapporto. Lui o lei hanno fondamentalmente paura di legarsi, paura di soffrire e soprattuto di vedere loro stessi attraverso gli occhi dell'altro. Scrive Enrico Maria Secci[2]:

"Ecco i turisti sentimentali: i delusi, gli sconfortati, quelli che pretendevano un sogno e che, invece, si annoiano a morte; quelli che hanno paura di tutto o, semplicemente, non hanno voglia di confrontarsi con le diversità per trovare la propria e conciliarla con un altro cuore."

Per questi soggetti, è meglio allontanare una persona con cui stanno bene e per cui provano attrazione, piuttosto che cercare di andare a fondo nel rapporto e assumersi il gravoso compito di guardasi dentro e scoprire di non essere poi così speciali e perfetti come vorrebbero illusoriamente essere o far credere agli altri di essere. Meglio non guardare e voltare la faccia dall'altra parte aspettando che arrivi la prossima persona che faccia di nuovo vivere loro l'illusione della pienezza di un sentimento narcisistico che non potrà mai essere appagato.

Nel meraviglioso libro Il Piccolo Principe[3] di Antoine De Saint-Exupéry c'è una frase:

"è il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante."

è l'impegno che dedichiamo ad un'altra persona che rende quella persona così speciale ai nostri occhi e ci migliora come uomini e come donne. Il turismo sentimentale è un viaggio scomodo e la quantità dei compagni o delle compagne che ci si porta dietro non implica un aumento della qualità della percorrenza.

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Note

1 P. Carnes, Out of The Shadows: Understanding Sexual Addiction, 1983;

2 Blog Therapy di Enrico Maria Secci: http://www.enricomariasecci.it/2019/07/10/psicologia-e-vacanze-sei-un-turista-o-un-viaggiatore/

3 Antoine de Saint-Exupéry (1943), Il piccolo principe, p. 98, ed. Tascabili Bompiani/RCS S.p.A. (2012).

 

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Mada Alfinito 06/12/2017

Per Tenerti Lontano dalla Mia Mente

 

"Staying in my play pretend, where the fun ain't got no end,

Can't go home alone again, need someone to numb the pain.

You're gone and I gotta stay high all the time,

to climb to high all the time to keep you off my mind."

 

"Restando nel gioco della mia finzione, dove il divertimento non ha mai fine,

Non posso andare a casa da sola di nuovo, ho bisogno di qualcuno che anestetizzi il mio dolore.

Te ne sei andato e ho bisogno di stare su di giri tutto il tempo,

arrivare a sentirmi alle stelle per tenerti lontano dalla mia mente."

(Tove Lo-Habits)

 

Oggi vi parlerò della pratica dell'astinenza come strategia terapeutica nell'ambito della dipendenza affettiva e del mal d'amore in generale.

Vi avevo già parlato precedentemente di cosa sia il turismo sentimentale (ecco il link all'articolo: Il turismo sentimentale è un viaggio scomodo ) e di come sia deleterio per la vita emotiva di coloro che lo praticano in quanto impedisce la costruzione di una solida identità di base e inficia la capacità di avere relazioni affettive e sessuali soddisfacenti nel breve e nel lungo periodo.

L'interruzione di una relazione amorosa è una delle esperienze più dolorose che gli esseri umani possano fare perché ciò comporta sperimentare la condizione dell'abbandono. La separazione da una persona che si ama viene paragonata dagli psicologi ad un vero e proprio lutto. Anche se l'ex partner è vivo/a, ci si sente come se avessimo perso per sempre e in modo irreparabile ciò che prima ci sembrava desse un senso e gioia ai nostri giorni. Dopo un abbandono ci si sente generalmente spenti, privi di vita, tristi, senza alcuna motivazione nel fare le cose di tutti i giorni-anche quelle che di solito ci piaceva tanto fare. La vita cambia all'improvviso: bisogna iniziare da zero, da soli e con le proprie forze e i primi mesi sembra quasi impossibile poter tornare a riempire con i nostri sforzi gli spazi lasciati vuoti da chi era accanto a noi e solo un attimo prima diceva di amarci.

Nel precedente articolo ( Recuperarsi dalla dipendenza affettiva ) ho parlato di come sia possibile uscire fuori dal tunnel della dipendenza affettiva mostrandovi due delle migliori soluzioni possibili: un recupero basato sulla frequentazione di un gruppo di sostegno oppure una modalità di recupero basato su dei colloqui individuali con uno psicoterapeuta. Per esperienza fatta durante le mie ricerche sull'argomento ritengo che, laddove sia possibile, la cosa migliore sia fare un percorso che integri entrambe le opzioni. Qualora invece non si avesse la possibilità di affrontare il recupero mediante queste due soluzoni combinate, avviare anche solo uno di questi percorsi può essere efficace purché ci sia tanta voglia di farcela, di guarire e di riuscire anche quando sembra impossibile.

A questo proposito, quando un dipendente affettivo o un qualunque individuo senza un particolare disagio emotivo si trova a dover elaborare il lutto di una separazione, gli esperti suggeriscono alcune attività verso cui canalizzare le proprie energie e pensieri per riuscire a vivere in modo sano e produttivo in termini di benessere psicofisico questo evento tanto particolare e doloroso. I suggerimenti sono i seguenti:

-Uscite il più possibile (impegni personali e lavoro permettendo) e cercate di frequentare persone con cui vi trovate a vostro agio e che vi facciano divertire. Sentirvi amati e benvoluti aumenterà il vostro senso di autostima. Ricerche attuali confermano inoltre che ridere di gusto ha un effetto benefico sul cervello il quale, in tali circostanze positive, produrrà ormoni che daranno sollievo alle vostre sofferenze rendendovi maggiormente predisposti a superare il trauma subito e, di conseguenza, a guarire dai vostri disagi emotivi, mentali e fisici;

-Appassionatevi a nuovi hobbies. Non c'è niente di più stimolante per il vostro cervello e per il vostro cuore di una bella novità. Un nuovo ambiente e una nuova attività da fare miglioreranno la vostra autosima in quanto vi scoprirete capaci di fare cose che non avreste mai pensato di poter fare. Distravi divertendovi porrà il vostro cervello in uno stato creativo facendovi ritrovare il coraggio e la voglia di riprendere in mano la vostra vita. Andate al cinema, leggete nuovi libri, fate attività manuali, appassionatevi a qualche nuova serie televisiva: creare dei nuovi spazi tutti per voi vi indurrà inoltre a pensare che forse ciò che faceva il vostro/la vostra ex partner per riempire le vostre giornate non era poi così insostituibile e che forse la relazione precedente stava bloccando qualcosa nella vostra crescita personale e nello sviluppo delle vostre abilità... A buon intenditor...

-Fate shopping. Se le vostre finanze lo permettono, compratevi qualcosa che vi faccia sentire belli e sensuali: abiti, scarpe, accessori. Tornate a darvi un tono per voi stessi e non per l'ex partner (e magari andate anche dal parrucchiere). Questa azione manderà un messaggio forte e chiaro alla vostra autostima: "Hey! Non sono così male come credevo!" Se non volete o non potete permettervi abiti e accessori, anche solo comprare un oggetto che desiderate da tempo, non importa se sia utile o una frivolezza, vi aiuterà a sentirvi meglio e più motivati nel voltare pagina;

-Dedicatevi alla cura del vostro corpo. Andate in palestra e lavorate con più energia e motivazione al programma che seguite. Se non fate sport potrebbe essere giunto il momento di provarne uno nuovo o di riprendere quello che precedentemente avevate abbandonato forse proprio per compiacere il/la precedente partner (sic!). In alternativa a ciò, dedicatevi semplicemente ad attività che riguardano il vostro benesere fisico come andare in una Spa o in un centro estetico per sottoporvi a un trattamento di bellezza rilassante, magari un bel massaggio. Ciò che conta davvero è coccolare voi stessi!

-Studiate o lavorate più intensamente. Questa forse potrebbe sembrarvi la parte più difficile di tutta la faccenda perché, si sa, la maggior parte di noi trova difficile riuscire a concentrarsi in situazioni del genere. Il pensiero sembra andare sempre in quella direzione... sbagliata! Ma provateci lo stesso: fatelo per voi stessi, per la vostra dignità e per la vostra vita. Vedrete che focalizzare l'attenzione su qualcosa nello specifico che non sia la vostra disastrata vita sentimentale vi aiuterà a disintossicare il cervello e al termine del lavoro svolto vi sentirete con la mente più pulita e il cuore più leggero. Provate per credere!

A questo punto qualcuno potrebbe obiettare: "E l'amore?"

Gli esperti sconsigliano caldamente di iniziare una nuova relazione subito dopo aver subito un abbandono e ciò vale sia per le persone con la tendenza al turismo sentimentale sia semplicemente per coloro che, pur non soffrendo di alcun disagio emotivo particolare, hanno inserito nella loro mente il codice di avvio alla vendetta trasversale nei confornti dell'ex: la tanto sospirata e desiderata RIPICCA.

La risoluzione dell'astinenza come rimedio ai mali amorosi Goethiani può  sembrare bigotta e paradossale quando viene proposta in psicoterapia. Quando si ha sete (d'amore) si desidera bere. Se in alternativa all'acqua ci viene offerto del cibo solido, rischieremo di non sentirci soddisfatti. Infatti, mangiare quando si ha sete fa aumentare l'esigenza fisiologica di bere e la sofferenza legata al bisogno non soddisfatto. Qualunque persona assetata d'amore e di attenzioni crede che si sentirà appagata solo quando potrà bere di nuovo alla sorgente del piacere e tenderà quindi a disprezzare qualsiasi tentativo di soddisfare il suo bisogno in modo alternativo.

Ma cos'è esattamente l'astinenza? E perché un dipendente affettivo dovrebbe riporre tutta la sua fiducia in questa pratica per avere una possibilità di guarire?

Inizio innanzitutto con il precisare che il problema della dipendenza affettiva non è l'amore. Il problema è come il soggetto vive le sue relazioni affettive il modo distorto in cui considera se stesso. L'amore è infatti una straordinaria sorgente di benessere e guarigione, ma ciò è direttamente proporzionale al modo in cui le persone affrontano questa esperienza.

La differenza tra il turismo sentimentale e una relazione sincera è che nel primo caso il soggetto è in cerca di qualcuno solo per dimenticare il ricordo di una persona che ha perso e/o per evitare di ricordare cose molto personali che lo fanno sentire triste e a disagio. Se vi ritrovate in questo atteggiamento, allora state usando l'amore come usereste un drink o una droga. Una vera e profonda relazione amorosa, invece, fa sentire voi e il vostro partner come se foste entrambi qualcosa di prezioso da proteggere e custodire. Il turismo sentimentale vi predispone a trattare il vostro "partner" come se fosse un oggetto. In alcuni casi vi sentirete come se foste voi ad usare l'altro (non senza percepire un grosso senso di rimorso), altre volte sentirete invece la devastante sensazione di essere stati usati da un estraneo. La realtà dei fatti è che in entrambi i casi vi starete manipolando e usando a vicenda.

è in questo contesto che emerge l'utilità e l'importanza dell'astinenza: a quanto pare, essa non viene proposta in terapia sulla base di un giudizio morale fondato su una realtà idealizzata. Astenersi dal farsi coinvolgere immediatamente in una nuova relazione senza aver prima elaborto il proprio lutto, messo a fuoco cosa sia andato storto nella precedente relazione e le proprie difficoltà emotive è un modo efficace di scoprire una nuova maniera di stare bene con se stessi e con gli altri aumentando le possibilità future di vivere un coinvolgimento amoroso soddisfacente ed è anche la stessa logica che sta alla base di tutti i programmi di disintossicazione da sostanza. Solo dopo che avrete conosciuto nuovi modi di apprezzare voi stessi e di approcciare gli altri, sarete pronti per decidere se continuare a vivere l'amore da turisti oppure crescere e diventare adulti nella capacità di amare. La scelta spetta soltanto a voi ma nessuno è veramente libero di scegliere fino a quando non gli vengono presentati gli strumenti adeguati per poterlo fare.

Durante il recupero l'astinenza non è per sempre. Essa potrebbe durare un mese, un anno o di più in base al tempo di cui avrete bisogno per iniziare a trovare un senso e uno scopo in voi stessi. Sarà il vostro psicoterapeuta o il vostro counselor a suggerirvi i tempi e le modalità, ma state certi che prima o poi anche l'astinenza finirà perché la migliore terapia per la dipendenza affettiva è l'amore stesso, quello vero e sincero, e non resterete per sempre senza quelle dolcissime sensazioni nel cuore.

Amare vuol dire fare quello che ci piace. Ma amare significa anche dare attenzioni e cura al vostro partner e riceverne equamente. Il turismo sentimentale vi preserva dal donare vero affetto perché in un lasso di tempo così breve potete dare e ricevere da un partner un discreto piacere sessuale ma sarete ben lontani dallo sperimentare una soddisfazione emotiva e fisica piena. Oggi sappiamo bene infatti, grazie a numerose ricerche fatte in campo neuroscientifico, che fare l'amore trova la sua fonte principale di appagamento nel nostro cervello: più siamo coinvolti da un punto di vista mentale ed emotivo da un partner più ci sentiremo soddisfatti sessualmente.

L'astinenza non è una sorta di punizione per i cattivi comportamenti avuti in passato. Il suo scopo terapeutico è ripulire la vostra mente, ridarvi lucidità, disintossicarvi per mettervi nelle condizioni di assumervi delle responsabilità e la responsabilità più grande e importante che avete nei confronti della vostra vita è rendervi conto di essere esseri umani con emozioni belle e profonde e grandi aspettative (anche se ancora non ne siete consapevoli).

La cosa migliore che potete fare se state soffrendo a causa di una separazione o se sentite la mancanza di qualcuno è semplicemente dirgli quello che provate: scrivete una lettera, fate una telefonata, chiedetegli di parlare. Se tutto questo non dovesse funzionare, il recupero vi insegnerà la sorprendente arte del lasciar andare lui o lei ovunque vogliano, anche lontano da voi.

Il turismo sentimentale tiene le persone legate ad emozioni effimere e il vostro cuore soffrirà ancora senza comunque risolvere le situazioni precedenti che hanno causato i disagi attuali.

Ogni persona dipendente prova il desiderio intenso e viscerale di sentirsi sempre su di giri ma solo un amore sincero può garantire questo appagamento nel lungo periodo. Il turismo sentimentale procura la sensazione di volare alto per una notte o una settimana ma, proprio come l'alcol o una sostanza, vi riporterà sulla Terra quasi immediatamente!

Tenete sempre la vostra consapevolezza al passo con i vostri sentimenti e non avrete bisogno mai più del turismo sentimentale.

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Vi lascio ora con il link della canzone da cui ho preso la citazione all'inizio dell'articolo:

Tove Lo - Habits (Stay High)

 

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Mada Alfinito 24/09/2017

Gli uomini preferiscono le stronze

        

Mi trovavo alla stazione centrale di Napoli. Aspettavo che i miei amici venissero a prendermi per andare a visitare le meraviglie della Napoli sotterranea(1).

 

 

Ero in compagnia di due amici che avevano viaggiato insieme a me da Salerno e, mentre attendevamo che gli altri arrivassero, entrammo nella grande libreria della stazione. In preda all’estasi e alla soddisfazione che solo la visione di un posto strapieno di libri può dare, mi sono distaccata da loro e ho iniziato a vagare da sola nella grande libreria in cerca di qualcosa che potesse conquistarmi. Mi sono ritrovata così nel settore ‘psicologia’, seguito poi da quello ‘filosofia’ (che volete farci, deformazione professionale!) a cercare qualche stimolo interessante per uno dei miei workshop. Leggendo i diversi titoli che mi si paravano innanzi mi colpì questo:

"Gli uomini preferiscono le stronze"

La copertina dal rosso portante e le labbra tinte di rossetto di una donna che succhia sensualmente un lecca lecca mi fece sorridere, oltre che incuriosire. Questa immagine stona ironicamente con il contenuto del libro ma non è solo una provocazione: è un'ottima mossa di marketing e faccio i miei complimenti a chi l’ha realizzata. Ammetto che, lì per lì, nonostante l'idea mi fosse piaciuta, il mio pregiudizio si fece prepotentemente avanti e iniziai a sfogliare il libro con la convinzione che quello fosse l'ennesimo trattato pseudo femminista post-moderno che proponeva a donne disperate l'elisir dell'amore in pochi stereotipati concetti. Stavo quindi per riporre il libro sullo scaffale senza approfondire. Non so se fu il caso o la semplice curiosità per qualcosa che ritenevo a priori potenzialmente trash, ma iniziai a sfogliarlo leggendo qualche concetto sparso qua e là.

Notai che in appendice al libro, l'autrice aveva inserito una lista di ciò che aveva chiamato ‘le 100 leggi del fascino di Sherry’. Leggere il mero elenco delle regole di Sherry decontestaulizzate dai paragrafi nei quali sono inserite può provocare in moltissime donne reazioni di pathos intense. La 21° legge per esempio afferma:

"Se un uomo deve aspettare prima di andare a letto con una donna, non solo la considererà più bella, ma avrà anche il tempo per apprezzarla meglio."


A quel punto mi sono immaginata la versione al femminile della scena biblica del giudizio universale che si trova in Matteo 25, 31-46. Il popolo femminile è diviso in due: da una parte ci sono le donne moderate che guadagneranno il Paradiso e dall’altra le ribelli che meriteranno l’inferno. Tra quelle candidate all’inferno (dalla società e dalle istituzioni più conservatrici) ci sono le femministe emancipate ed estremiste, quelle che gridano al maschilismo e al patriarcato ogni volta che la libertà sessuale della donna viene messa in discussione. Per dirla in breve: ‘libera vagina in libero stato’. Per queste donne iraconde e infuocate: “Una donna non può essere considerata una poco di buono se va a letto con un uomo al primo appuntamento! E nemmeno al secondo!” Dall'altra parte della divisione apocalittica ci sono le donne angelicate: quelle remissive e sottomesse ad ogni respiro del proprio partner. Apparentemente sovrastimate dagli uomini che non vogliono problemi e tanto amate da Dante e Petrarca, vivono costantemente in preda al pessimismo cosmico sentimentale in cui il loro ruolo di martiri d'amore le ha scaraventante. Sono quelle che leggendo l’affermazione della Argov sghignazzano in maniera composta e maliziosa: “L’ho sempre detto io! Visto che non sono bigotta come molte pensano?” Sono queste le vincitrici morali dell’amore, quelle che hanno visto l’uomo che amavano andar via da loro per una che avevano etichettato come quella buona solo per una notte. Sono queste le proclamatrici del: “L’avevo detto io che era solo una sgualdrina” e: “Prima o poi lui la mollerà per tornare da me”.

Ok donne. Stiamo ironizzando. Ma è un dato di fatto che le donne entrano in competizione fino ad odiarsi profondamente quando c’è di mezzo un uomo. In questo andazzo generale che vede le donne come la specie meno unita dall’inizio della creazione, ciò che rende il libro di Sharry Argov intelligente e utile è il fatto che lei sia riuscita a fare ciò che poche donne oggi sanno fare: stare nel mezzo. Che non vuol dire non saper decidere o farlo solo in base alla comodità delle circostanze,  ma semplicemente porsi per un po’ come mediatrice tra il mondo maschile e femminile facendo capire alle donne di essere tutte nella stessa barca e che nessuno stereotipo o estremizzazione porta a risultati positivi in amore (così come nella vita in generale). L’autrice ha intervistato centinaia di uomini di tutte le età, dai 20 ai 70 anni, e, cosa più incredibile e scandalosa per noi donne, lei li ha A S C O L T A T I. Senza replicare o voler aver ragione a tutti i costi. Finalmente una donna si è posta in ascolto di un uomo con fiducia senza voler avere l’ultima parola. Sì perché lo stereotipo della donna che non riesce a trovare mai un uomo che l'ascolti forse è davvero ancora troppo radicato nella nostra società nonostante il progresso vantato. Sherry Argov ha davvero parlato con centinaia di uomini e ne ha offerto in questo modo alle donne una nuova immagine: la maggior parte di loro non solo ha dimostrato di essere senziente e di possedere un cervello che non ragiona soltanto in base alle pulsioni sessuali, ma hanno anche mostrato di essere capaci di provare emozioni ed esprimere sentimenti.

Con ironia e sfrontatezza, l'autrice ripercorre i tanti errori comuni che sono entrati nella storia sentimentale di ogni donna, errori apparentemente banali ma che hanno inflitto letali colpi alla loro autostima, errori incessantemente quotidiani che hanno dato vita a capolavori di sfacciata ironia e immensa solitudine come il diario di Bridget Jones (amato anche da me!). Questo libro è la morte degli stereotipi che la maggior parte di noi donne ha sugli uomini, sul sesso e sulle relazioni amorose. Le dichiarazioni rilasciate dagli uomini intervistati mantenendo il proprio anonimato, possono aiutare a capire dove ognuna di noi ha sbagliato per anni nel modo di rapportarsi all’altro sesso donandoci la speranza che potremo trovare una relazione sana e felice usando semplicemente un po' di intelligenza e razionalità al momento giusto piuttosto che fare mesi o anni di psicoterapia a seguito dell’incontro con l’ennesimo uomo che ci ha tradite o scaricate. Lungi dall’affermare che gli uomini siano tutti dei santi, semplicemente questo libro riporta a ciascuna donna la propria parte di responsabilità nell’aver avuto il ben servito dal proprio uomo.

Personalmente, per alcuni mesi della mia vita ho considerato questo libro una Bibbia dei primi approcci amorosi durante una nuova conoscenza ma esso riguarda anche chi è in relazione con lo stesso uomo da più tempo. Questo testo mi ha dato molte dritte utili facendomi capire il perché della ricorsività di certi eventi nella mia vita. Certo, incontrare la propria anima gemella non è una cosa che può accadere esclusivamente grazie al nostro contributo, ma sapere cosa fare in determinate circostanze che ci gettano in confusione e ci fanno soffrire è già il primo passo verso l’incontro del nostro destino.

'Gli uomini preferiscono le stronze' ha avuto anche un sequel che in italiano è stato tradotto con il titolo 'Perché gli uomini sposano le stronze e lasciano le brave ragazze'. Io sono interessata a leggerlo quanto prima. E voi cosa ne pensate di questo libro? Lo avete letto? Correrete in libreria ad acquistarlo?

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Note:

(1) Immagine presa dal sito www.napolisotterranea.org

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